Percepisci gli odori in modo più intenso o ti danno fastidio? Ecco la causa nascosta e quando preoccuparsi

Sperimentare una percezione aumentata degli odori o sentirsi infastiditi da essi è una condizione che può avere molteplici cause, alcune fisiologiche e altre potenzialmente patologiche. Talvolta, questa sensibilità olfattiva superiore è transitoria, ma in certi casi può diventare un sintomo persistente da non sottovalutare.

Cosa si cela dietro un olfatto ipersensibile

Quando la percezione degli odori diventa più intensa del normale si parla di iperosmia. Questo stato si può manifestare come una maggiore capacità di rilevare odori lievi o come un’intolleranza verso aromi normalmente considerati innocui ma che in queste situazioni possono risultare molesti o addirittura insopportabili. Il fenomeno dell’iperosmia va distinto dalla semplice costituzione personale: alcune persone, infatti, posseggono fisiologicamente un’olfazione più sviluppata (ossiosmia), senza che ciò rappresenti una vera e propria anomalia clinica.

All’origine di questa condizione possono esserci cause molto diverse:

  • Fattori neuroendocrini: stati ormonali particolari come gravidanza, menopausa o ipertiroidismo sono spesso associati a un aumento della sensibilità olfattiva. In questi casi, si tratta di un fenomeno reversibile che tende a scomparire con il ritorno all’equilibrio ormonale
  • Malattie del sistema nervoso centrale: alcune patologie di origine neurologica possono causare ipersensibilità agli odori, come le malattie degenerative o particolari condizioni epilettiche in cui il centro olfattivo viene coinvolto.
  • Cause circolatorie e nasali: infiammazioni croniche come la rinite o deformazioni strutturali del setto nasale alterano la conduzione degli odori, in certi casi accentuandola.
  • Fattori ambientali: l’esposizione prolungata a inquinanti o a condizioni ambientali particolari, come una depressurizzazione improvvisa, può amplificare la reattività dell’epitelio olfattivo.

L’iperosmia può essere totale, cioè interessare tutti gli odori, oppure parziale e limitata ad alcune categorie olfattive, risultando quindi più difficile da riconoscere.

Quando preoccuparsi e consultare uno specialista

La sensibilità olfattiva aumentata non è sempre sinonimo di buona salute. Se l’ipersensibilità diventa persistente, si accompagna a sintomi come nausea, cefalea, vomito, palpitazioni o crisi asmatiche, oppure se esordisce improvvisamente senza causa apparente, è consigliabile rivolgersi a uno specialista. In queste condizioni, gli odori – anche quelli innocui – possono diventare veri e propri agenti disturbanti, incidendo negativamente sulla qualità della vita.

L’indagine medica mira spesso a distinguere tra fattori reversibili e condizioni più gravi, alla ricerca di:

  • sintomi neurologici associati (difficoltà di memoria, convulsioni) che potrebbero far pensare a patologie cerebrali o a effetti secondari di farmaci, infezioni virali o encefaliti
  • presenza di condizioni endocrine (ipertiroidismo, gravidanza, menopausa)
  • danni o lesioni locali dovuti a traumi cranici, carcinomi, poliposi nasali
  • patologie infettive croniche (sinusiti, riniti croniche) o carenze nutrizionali (avitaminosi A)

Riconoscere l’elemento scatenante permette di intervenire tempestivamente per prevenire complicanze più serie, come la perdita progressiva dell’olfatto (iposmia o anosmia) o l’instaurarsi di disagi psicologici e sociali, spesso sottovalutati ma frequenti nei disturbi sensoriali.

Il ruolo del sistema nervoso centrale nella percezione olfattiva

La percezione degli odori rappresenta una delle funzioni sensoriali più complesse, poiché il sistema olfattivo è strettamente collegato a diverse aree cerebrali, tra cui il talamo, l’ipotalamo e il lobo temporale mediale. Quest’ultimo, responsabile dei ricordi olfattivi, può essere il punto di origine di vere e proprie allucinazioni olfattive nelle forme epilettiche focali, mentre condizioni di encefalite erpetica sono note per indurre disturbi significativi della percezione degli odori.

Gli stimoli olfattivi attivano un processo che inizia a livello dell’epitelio olfattivo, passando attraverso il nervo olfattivo fino ad arrivare al bulbo olfattivo e, successivamente, alle aree cerebrali deputate all’elaborazione inconscia e consapevole dell’odore. Qualsiasi alterazione in uno di questi passaggi può manifestarsi come disturbo olfattivo, sia esso una perdita, una riduzione o un’aumentata sensibilità agli odori.

Nelle cause centrali, la disfunzione può derivare da processi degenerativi, neoplastici o traumatici, con quadri clinici che sono talvolta accompagnati da altre alterazioni neurologiche. Per esempio, nella depressione o in alcune epatiti virali, si osserva frequentemente una distorsione della percezione olfattiva (disosmia), e in questi casi anche odori normalmente neutrali risultano sgradevoli o innescano reazioni vegetative intense, come la nausea.

Strategie per gestire la sensibilità olfattiva

Nei casi di iperosmia temporanea non associata a patologie gravi, solitamente la gestione passa attraverso buone norme igieniche e l’adattamento dell’ambiente domestico e lavorativo:

  • evitare l’esposizione a sostanze irritanti come profumi forti, solventi e fumo
  • areare frequentemente gli ambienti e mantenere puliti i filtri di climatizzazione per ridurre la presenza di particelle odorose sospese
  • curare l’igiene nasale con irrigazioni saline quando sono presenti fenomeni infiammatori lievi
  • valutare con lo specialista l’eventuale ricorso a terapie specifiche nei casi cronici o gravi

Per i soggetti affetti da patologie croniche associate all’iperosmia, la collaborazione con il medico di base e lo specialista (otorinolaringoiatra o neurologo) è essenziale per un inquadramento corretto e il trattamento della problematica sottostante.

In conclusione, percepire più intensamente gli odori o esserne infastiditi può essere una manifestazione innocua o il segnale di un disturbo olfattivo più complesso. Prestare attenzione all’andamento dei sintomi e all’eventuale presenza di altri segnali di allarme permette di agire tempestivamente, preservando sia la qualità della vita sia la salute generale.

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