Le superfici più a rischio di contaminazione, come quelle delle cucine, dei bagni, dei servizi igienici pubblici, dei corrimano e delle maniglie delle porte, richiedono pratiche di disinfezione rigorose e aggiornate per proteggere la salute pubblica. La scelta dei prodotti disinfettanti e la corretta applicazione delle procedure sono fondamentali per ridurre efficacemente la carica microbica e prevenire la trasmissione di virus, batteri e altri patogeni.
I principali agenti disinfettanti: caratteristiche e utilizzo
I prodotti più indicati, secondo gli igienisti e le linee guida attuali, sono quelli a base di alcool, perossido di idrogeno e ipoclorito di sodio (comunemente noto come candeggina). Queste sostanze sono in grado di eliminare una vasta gamma di microrganismi patogeni sulle superfici dure e non porose, garantendo sicurezza ed efficacia quando utilizzate correttamente.
- Alcool (etanolo o isopropanolo al 70%): ha una rapida azione igienizzante, si asciuga rapidamente e non lascia residui. È particolarmente indicato per superfici che possono danneggiarsi con il cloro, come alcuni metalli o dispositivi elettronici, sempre dopo una pulizia preliminare con detergente neutro.
- Perossido di idrogeno: efficace contro diversi tipi di microrganismi, si degrada in acqua e ossigeno, risultando compatibile con la maggior parte degli ambienti e delle superfici delicate. La sua azione non è corrosiva e offre quindi una buona soluzione per materiali sensibili.
- Ipoclorito di sodio (candeggina): utilizzato in concentrazioni dello 0,1% per le superfici, è uno dei più potenti disinfettanti, raccomandato nei protocolli per la decontaminazione delle aree frequentate da persone infette o a rischio. Risulta particolarmente utile per sanitari, pavimenti, cucine, ma va usato con cautela su superfici che potrebbero venire danneggiate.
La scelta del prodotto deve sempre tenere in considerazione la tipologia di superficie, il rischio di contaminazione e l’ambiente di utilizzo. Ad esempio, per superfici di tessuto (come tende e lenzuola), è suggerito un ciclo di lavaggio ad alte temperature, integrando se necessario candeggina o prodotti a base di cloro, rispettando le indicazioni specifiche per i materiali.
Le fasi della sanificazione: consigli tecnici aggiornati
La disinfezione efficace si articola in diverse fasi successive e complementari:
- Pulizia preliminare: rimuovere lo sporco visibile con acqua e detergente neutro. Questa azione permette ai disinfettanti di agire direttamente sui microrganismi, evitando che lo sporco ne riduca l’efficacia.
- Applicazione della soluzione disinfettante: distribuzione uniforme mediante panni monouso, microfibra dedicata, spray o specifici sistemi a nebulizzazione, seguendo attentamente le quantità consigliate per evitare sprechi e scarsa copertura.
- Tempi di contatto adeguati: lasciare agire la soluzione disinfettante per il tempo raccomandato dal produttore, evitando di asciugare o risciacquare prematuramente. Il tempo medio di contatto è di almeno 1-2 minuti per alcool e 10 minuti per soluzione di ipoclorito.
- Aerazione degli ambienti: durante e dopo le operazioni di pulizia, mantenere una buona ventilazione per favorire l’evaporazione dei prodotti chimici ed evitare la formazione di vapori potenzialmente irritanti.
Per le superfici a uso frequente — come maniglie, rubinetti, interruttori, telefoni — è raccomandata una disinfezione quotidiana o più volte al giorno nei periodi di maggiore rischio sanitario, mentre per superfici meno toccate è spesso sufficiente una pulizia più diradata.
Superfici critiche e errori da evitare
I consigli degli igienisti sottolineano l’importanza di concentrare la disinfezione sulle aree maggiormente esposte al contatto umano. Maniglie delle porte, banchi di lavoro, corrimano, rubinetti di cucina e bagno sono tra i punti più critici in ogni ambiente, domestico o pubblico. Negli spazi sanitari e scolastici, vanno aggiunte scrivanie, tastiere e superfici condivise. Si consiglia inoltre di:
- Utilizzare sempre dispositivi di protezione individuale (guanti, mascherine) durante la manipolazione di disinfettanti.
- Mai miscelare diversi prodotti chimici
- Evitare il risciacquo immediato dei disinfettanti sulle superfici, a meno che non sia espressamente indicato dal produttore, poiché si rischia di ridurne l’efficacia.
- Non trascurare le superfici verticali come le pareti o le piastrelle delle docce.
- Non dimenticare la manutenzione di attrezzature per la pulizia (panni, mop): devono anch’essi essere disinfettati o sostituiti regolarmente.
Per la pulizia di grandi ambienti o in presenza di casi sospetti di infezione virale, vengono impiegati strumenti e macchinari appositi — come nebulizzatori o sistemi di erogazione automatica — che assicurano una copertura omogenea su grandi superfici, senza dispersione del principio attivo.
Indicazioni pratiche per ambienti domestici e pubblici
In ambito domestico, la routine prevede la pulizia quotidiana delle zone critiche come cucina, bagno e oggetti di uso comune, utilizzando prodotti a base di alcool o cloro, alternati a detersivi igienizzanti. In caso di superfici delicate, un detergente neutro seguito da alcool al 70% è spesso sufficiente per garantire sicurezza senza danneggiamenti.
Negli ambienti pubblici e ad alta affluenza si impongono protocolli più strutturati: la gestione delle pulizie deve prevedere l’alternanza regolare tra sanificazione meccanica e trattamenti chimici, con la registrazione delle procedure e la formazione del personale. Le procedure di disinfezione devono essere condivise e supervisionate da figure responsabili, in grado di garantire l’adozione delle misure più aggiornate e sicure.
Infine, una buona prevenzione include non solo l’attenzione verso le superfici più a rischio, ma anche la promozione di un’adeguata igiene delle mani tra tutti gli occupanti, aspetto che secondo numerosi studi è complementare alla sanificazione ambientale e ne determina buona parte dell’efficacia nel controllo delle infezioni.