L’arrivo delle ondate di caldo estremo è ormai una preoccupazione ricorrente, soprattutto nelle città dove l’afa e l’alta umidità amplificano i rischi per la salute pubblica. Quando le temperature si spingono oltre i 35–40°C e il tasso d’umidità sale, il sistema di raffreddamento naturale del corpo — la sudorazione — può diventare inefficace, causando una rapida escalation di sintomi che non devono mai essere sottovalutati. Infatti, l’afa non è solo fonte di disagio, ma può essere responsabile di condizioni mediche potenzialmente letali, come il colpo di calore e lo shock termico.
I principali sintomi da non ignorare
L’esposizione prolungata ad alte temperature genera una serie di segnali d’allarme che devono essere riconosciuti tempestivamente per evitare complicazioni gravi. La progressione dei sintomi può variare da disturbi lievi a emergenze mediche:
- Crampi da calore: forti spasmi muscolari, soprattutto a gambe e addome, causati dalla perdita eccessiva di sali minerali e liquidi durante la sudorazione. Questo squilibrio elettrolitico è spesso uno dei primi segnali e può precedere condizioni più serie.
- Esaurimento da calore: caratterizzato da abbondante sudorazione, debolezza, vertigini, nausea, mal di testa, battito cardiaco accelerato, pelle pallida e generalmente sensazione di stordimento. È una condizione che segnala come il corpo stia lottando per raffreddarsi e potrebbe evolvere rapidamente se non affrontata.
- Colpo di calore (heat stroke): la fase più grave, spesso fatale se non trattata con tempestività. I sintomi includono temperatura corporea superiore a 40°C, confusione mentale, disorientamento, convulsioni, perdita di coscienza, pelle arrossata e asciutta (non sempre sudata), pressione arteriosa che cala bruscamente. A questo stadio, la termoregolazione corporea è compromessa e si rischia il danno permanente agli organi interni e la morte.
- Disidratazione e shock termico: perdita massiccia di liquidi che altera la pressione sanguigna e può portare a svenimenti, danni renali e collasso cardiocircolatorio, specialmente nelle persone più fragili.
Perché l’afa è così pericolosa?
Contrariamente al caldo torrido, caratteristico delle zone aride e molto soleggiate, l’afa è strettamente legata all’”umidità relativa” dell’aria. L’umidità rallenta o impedisce l’evaporazione del sudore che normalmente abbassa la temperatura corporea; quando l’aria è già satura di vapore acqueo — oltre il 90% di umidità relativa — il sudore resta sulla pelle senza evaporare, la sensazione di oppressione cresce e il corpo non si raffredda più efficacemente.
In queste condizioni, anche una temperatura inferiore ai valori estremi può risultare fatale, perché il corpo si trova nell’impossibilità di dissipare il calore accumulato. Se non si interviene, la temperatura interna può salire al di sopra dei 41–43°C. Polmoni e cuore sono sottoposti a un superlavoro che, nei soggetti vulnerabili (anziani, bambini, portatori di malattie cardiovascolari, respiratorie o renali) può sfociare in collasso cardiaco o danni neurologici irreversibili.
I gruppi a rischio e i fattori di vulnerabilità
L’impatto del caldo intenso non è uguale per tutti. Alcune categorie sono particolarmente esposte al pericolo:
- Anziani, che hanno una termoregolazione meno efficiente e spesso soffrono di patologie croniche che ne aumentano la vulnerabilità.
- Bambini piccoli, il cui organismo non è ancora in grado di compensare le variazioni rapide della temperatura corporea.
- Soggetti con malattie cardiovascolari, respiratorie o renali, che possono sperimentare aggravamento dei sintomi e maggiore rischio di complicazioni gravi.
- Lavoratori all’aperto, esposti alle temperature alte e all’umidità senza possibilità di riparo. In Italia, alcune regioni hanno recentemente ordinato la sospensione delle attività all’esterno nelle ore più calde — generalmente dalle 12.30 alle 16.00 — per ridurre i rischi.
- Persone che vivono in ambienti poco ventilati o privi di aria condizionata.
Strategie di prevenzione e primo intervento
Riconoscere tempestivamente i segnali di allarme è fondamentale per evitare evoluzioni drammatiche. Alcuni consigli pratici possono fare la differenza:
- Idratarsi regolarmente: bere acqua anche in assenza di sete, perché la disidratazione può insorgere senza sintomi evidenti. Evitare alcolici e bevande zuccherate che provocano una maggiore perdita di liquidi.
- Indossare abiti leggeri, di colore chiaro e realizzati in tessuti traspiranti, per favorire l’evaporazione e limitare l’accumulo di calore sulla pelle.
- Limitare l’attività fisica intensa nelle ore più calde, preferendo le prime ore del mattino o la sera, oppure sospendere completamente l’esercizio se la sensazione di oppressione aumenta.
- Rinfrescare gli ambienti: ventilare la casa, usare condizionatori o ventilatori, oscurare le finestre nelle ore di sole diretto. In assenza di questi, soggiornare in luoghi pubblici (biblioteche, centri commerciali) dotati di aria condizionata.
- Ai primi sintomi come mal di testa, vertigini, nausea, debolezza, crampi muscolari, interrompere immediatamente qualsiasi sforzo, portarsi in luogo fresco, bere liquidi e, se compaiono confusione o perdita di coscienza, chiamare sempre i soccorsi.
Le responsabilità sociali e istituzionali
Le autorità civili e sanitarie intervengono con ordinanze e campagne informative per sensibilizzare la popolazione ai rischi del caldo estremo. Le campagne di prevenzione si concentrano soprattutto sull’educazione sanitaria, raccomandando controlli regolari a chi è più a rischio e fornendo numeri di emergenza da contattare in caso di sintomi sospetti.
Inoltre, è crescente la consapevolezza del legame tra cambiamenti climatici e aumento della frequenza delle ondate di calore pericolose. Le istituzioni si stanno preparando ad affrontare le emergenze con piani di adattamento urbano, assistenza domiciliare per anziani e miglioramento delle infrastrutture pubbliche, così da minimizzare l’impatto delle fasi critiche.
Implicazioni sanitarie su larga scala
Gli ospedali segnalano un incremento dei ricoveri per scompensi cardiaci, colpi di calore e disidratazione durante le ondate di caldo afoso. L’emergenza può diventare collettiva quando si verificano picchi di mortalità per cause legate direttamente o indirettamente al caldo. La pressione sulle strutture sanitarie richiede quindi una rapida diagnosi, team di pronto intervento e informazione costante ai cittadini. Gli effetti possono essere amplificati nei centri urbani dove il fenomeno dell’isola di calore peggiora la situazione.
In sintesi, sottovalutare i sintomi causati dal caldo e dall’afa può portare a conseguenze gravi e irreversibili, soprattutto per le persone fragili. Riconoscere i segnali, adottare comportamenti prudenti e cercare immediato aiuto medico in caso di malessere rappresentano la chiave per prevenire incidenti fatali e tutelare la salute di tutta la comunità.