Usi candeggina o disinfettanti indistintamente? Ecco perché stai sbagliando e non igienizzi

L’abitudine di utilizzare candeggina o disinfettanti in modo indistinto, nella convinzione di ottenere una pulizia profonda e sicura, è largamente diffusa ma non solo rischia di essere inefficace: può addirittura compromettere la reale igienizzazione degli ambienti domestici. Pur trattandosi di prodotti dall’alto potere antimicrobico, differenze sostanziali riguardano composizione, meccanismo d’azione, spettro di efficacia e campi di applicazione, con conseguenze non trascurabili sia sulla salute che sull’ambiente.

Cosa distingue candeggina e disinfettanti comuni

La candeggina, nota anche come ipoclorito di sodio, è una soluzione acquosa ampiamente impiegata per la sua azione disinfettante, sbiancante e smacchiante. La sua efficacia è legata alla capacità di ossidare le proteine di batteri, funghi e virus, denaturandole e rendendole innocue. Tuttavia, la candeggina agisce principalmente su superfici non porose e materiali resistenti, dove può esercitare la sua funzione senza rovinare la struttura.

I disinfettanti generici – come quelli contenenti alcool etilico, perossido d’idrogeno (acqua ossigenata) o composti quaternari d’ammonio – presentano meccanismi d’azione diversi e sono spesso preferibili laddove siano necessari:

  • Igienizzare supersfici porose (come tessuti, materassi, divani)
  • Pulire materiali delicati che il cloro rischia di danneggiare
  • Garantire la salubrità senza rilasciare odori persistenti o residui chimici nocivi
  • Sanificare oggetti a diretto contatto con gli alimenti o dispositivi elettronici

Non tutte le superfici e gli oggetti possono e devono essere trattati con candeggina, mentre alcuni disinfettanti sono stati sottoposti a verifica e approvazione dal Ministero della Salute. Solo seguendo diluizioni corrette e tempi di contatto indicati sulle schede tecniche, si ottiene una vera sanificazione.

Igienizzazione vs. disinfezione: un errore comune

La detergenza, l’igienizzazione e la disinfezione sono tre fasi ben distinte:

  • Detergere significa rimuovere materialmente lo sporco, il grasso e i residui visibili tramite detergenti, tensioattivi o acqua.
  • Igienizzare prevede una riduzione della carica microbica ma non la sua completa eliminazione.
  • Disinfettare implica l’eliminazione di microrganismi patogeni e agenti infettivi tramite specifici biocidi.

La candeggina, pur fungendo da disinfettante, è spesso erroneamente percepita anche come agente di detergenza. In realtà, manca di tensioattivi e quindi non rimuove efficacemente lo sporco organico; la sua azione si limita a distruggere la componente biologica visibile, ma sui residui di sporco la sua efficacia diminuisce. Questo comporta un mancato risultato di pulizia e, di conseguenza, di igiene. Solo prodotti formulati con tensioattivi e rispettosi delle fasi di lavaggio garantiscono vera sicurezza.

Conseguenze dell’uso improprio

  • Superfici porose trattate con candeggina possono diventare più sporche perché la candeggina facilita l’accumulo di residui, rendendo inefficace la pulizia.
  • Mancato rispetto di diluizione e tempi di contatto riduce drasticamente la capacità disinfettante, lasciando inalterate cariche batteriche e virali.
  • L’uso indiscriminato di candeggina su materiali sensibili li danneggia (schiarimento, corrosione, deterioramento fisico).

Rischi per la salute e l’ambiente

La candeggina, pur riconosciuta per l’efficacia battericida, comporta rischi tossicologici non trascurabili. Può produrre esalazioni irritanti che danneggiano l’apparato respiratorio, causa irritazioni cutanee anche gravi e, se miscelata erroneamente (ad esempio con ammoniaca o acidi), genera fumi pericolosi – tra cui gas clorati e clorammine – altamente nocivi.

Il rischio aumenta in locali chiusi, con presenza di bambini, soggetti allergici o animali domestici. È obbligatorio usare guanti protettivi e, in caso di sensibilità respiratoria, anche mascherine. Dal punto di vista ambientale, il rilascio di grandi quantità di ipoclorito in acqua o terreno è fortemente inquinante.

Uso corretto: come evitare errori

  • Mai miscelare candeggina con altri detergenti o acidi: si possono liberare vapori tossici e reazioni pericolose.
  • Leggere sempre le schede tecniche e le indicazioni ministeriali sui disinfettanti.
  • Preferire prodotti che abbiano sul flacone il numero di autorizzazione e le indicazioni sulla concentrazione di principio attivo.
  • Per superfici delicate e oggetti di uso frequente, come cucine, bagni e dispositivi elettronici, scegliere disinfettanti specifici meno aggressivi e più sicuri.
  • In presenza di allergie, bambini o condizioni di salute fragile, privilegiare la sanificazione con acqua ossigenata o alcool, che si decompongono in acqua e ossigeno e lasciano meno residui.

Alternative efficaci e casi d’uso

Mentre la candeggina resta una scelta valida in casi di contaminazione da agenti patogeni (es. pulizia dopo malattie infettive), spesso la pulizia ordinaria e la sanificazione possono essere affidate a disinfettanti moderni o a prodotti multifunzionali dal basso impatto ambientale.

Rispetto alla candeggina, alcuni disinfettanti:

  • Non rilasciano odori persistenti e non lasciano residui chimici dannosi
  • Sono più adatti a oggetti alimentari, giocattoli, superfici elettroniche, dispositivi touch
  • Funzionano meglio su supersfici porose e materiali naturali
  • Non presentano gli stessi rischi di corrosione e decolorazione

Alcuni prodotti, grazie alla presenza di tensioattivi e principi attivi biodegradabili, favoriscono la degrado in acqua e ossigeno, riducendo i problemi ambientali e semplificando il risciacquo dopo la pulizia.

Esempi pratici di uso corretto

  • La candeggina può essere impiegata per disinfettare pavimenti in materiali ceramici, strumenti per la raccolta dei rifiuti, sanitari, laddove siano richieste procedure di pulizia intensiva.
  • Alcohol e acqua ossigenata sono la scelta migliore per la pulizia quotidiana di superfici di preparazione alimentare, tavoli e sedie, oggetti d’uso comune e attrezzi sportivi.
  • Prodotti multifunzione a base di ammoniaca o tensioattivi sono indicati per tessuti, materassi, tende e superfici porose, dove la candeggina avrebbe solo un effetto sbiancante ma non igienizzante.

La consapevolezza dei limiti e delle controindicazioni dell’uso indiscriminato di candeggina e disinfettanti è fondamentale per una pulizia efficace e sostenibile. Scegliere prodotti appropriati, seguendo le indicazioni ministeriali, non solo rende gli ambienti davvero salubri, ma tutela la salute di chi vi abita e il rispetto per l’ambiente.

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