Hai ritrovato un buono fruttifero da 5 milioni del 1998? Ecco quanto vale oggi in euro

Ritrovare un buono fruttifero postale da 5 milioni di lire sottoscritto nel 1998 rappresenta una sorpresa potenzialmente significativa dal punto di vista finanziario, soprattutto per chi non era a conoscenza del capitale depositato o per gli eredi che si trovano davanti titoli mai incassati. I buoni fruttiferi postali (BFP) sono strumenti di risparmio molto diffusi in Italia, garantiti dallo Stato tramite la Cassa Depositi e Prestiti e distribuiti da Poste Italiane; da decenni rappresentano una delle forme di investimento più sicure e semplici per i piccoli risparmiatori italiani.

Caratteristiche e funzionamento dei buoni fruttiferi postali

I BFP degli anni Novanta erano titoli cartacei, spesso custoditi in casa come piccolo tesoro familiare. Il valore iniziale espresso in lire era convertibile in euro con il tasso ufficiale di 1 euro pari a 1.936,27 lire. Questi titoli garantivano nel tempo il rimborso del capitale maggiorato degli interessi maturati fino alla data di scadenza, chiaramente indicata sul titolo stesso o regolata dalla normativa di emissione. Le principali caratteristiche dei buoni di allora erano:

  • Assenza di costi di sottoscrizione e rimborso, caratteristica ancora attuale che li distingue da molte altre forme di risparmio.
  • Tassazione agevolata al 12,5% sugli interessi, sensibilmente inferiore rispetto agli strumenti finanziari privati.
  • Garanzia assoluta del capitale e degli interessi da parte dello Stato italiano.
  • Lunga durata: i buoni emessi in quegli anni spesso raggiungevano la scadenza anche dopo trent’anni dalla data di emissione.

Per diversi anni, i tassi di interesse dei buoni fruttiferi sono stati superiori rispetto a quello di molte altre soluzioni di risparmio “sicuro”. I buoni ortodossi o “ordinari” emessi nel 1998 erano collegati spesso alla cosiddetta serie Q o ad altre serie similari, con dettagli che possono incidere sulla resa effettiva.

Conversione e valore attuale del titolo

Per comprendere il valore di un buono fruttifero postale di 5 milioni di lire del 1998 ad oggi, occorre effettuare una serie di passaggi che tengano conto di fattori come il cambio euro-lira, gli interessi maturati sino alla data di scadenza, le trattenute fiscali e la serie di emissione specifica del buono. In termini generali, il valore nominale di 5 milioni di lire corrisponde a circa 2.582,28 euro convertiti semplicemente secondo il rapporto della moneta, ma ciò rappresenta solo il capitale senza considerare gli interessi maturati nel tempo.

La rivalutazione effettiva dipende dalla data di sottoscrizione, dalla serie di emissione, e dall’eventuale prescrizione. Ad esempio, per un buono ordinario del 1996 il capitale di 5 milioni di lire, convertito in euro, può dare vita a un rimborso totale che si aggira intorno agli 8.800–9.000 euro, una volta considerati gli interessi netti e le ritenute fiscali sul guadagno prodotto in trent’anni, mentre per buoni più vecchi e quindi più maturi (es. sottoscrizione anni Ottanta), il montante finale può raggiungere cifre anche prossime ai 27.000 euro, dato però relativo a emissioni anteriori rispetto al 1998 e con rendimenti storicamente più elevati.

Nel caso specifico di un buono sottoscritto nel 1998 di 5 milioni di lire il cui termine naturale va verso il 2028, utilizzando la media delle stime di mercato e delle simulazioni offerte dal sito Poste Italiane e dalla Cassa Depositi e Prestiti, si può stimare un valore di rimborso, in data odierna, compreso orientativamente tra 7.000 e 9.500 euro al netto della tassazione. Queste cifre possono subire leggere variazioni in base alla data esatta di emissione e riscossione e alla serie specifica (alcune serie garantivano un tasso d’interesse leggermente superiore), ma rappresentano una stima realistica aggiornata al 2025.

Scadenza e prescrizione: cosa succede se il buono è scaduto?

Un aspetto fondamentale da considerare, spesso trascurato da chi trova vecchi buoni, è la prescrizione. I buoni ordinari degli anni Novanta generalmente hanno una durata di 30 anni. Un buono da 5 milioni di lire sottoscritto nel 1998 giunge a scadenza naturale nel 2028. Tuttavia, i possessori hanno la possibilità di richiedere il rimborso fino a dieci anni dopo la scadenza stessa, ovvero fino al 2038. Trascorso questo periodo senza riscossione, il diritto a incassare il montante decade per prescrizione: il capitale e gli interessi non sono più dovuti, salvo eccezioni rarissime e comunque sottoposte ad azioni legali complesse e costose.

È quindi fondamentale, una volta ritrovato un vecchio buono fruttifero, verificare immediatamente la data di scadenza e agire prontamente per non perdere il diritto alla riscossione. Un aspetto ulteriore riguarda la possibile differenza tra cartaceo e dematerializzato per eventuali operazioni online: i titoli anteriori agli anni Duemila sono tutti cartacei e richiedono la presentazione fisica presso l’ufficio postale.

Come calcolare e riscuotere il valore attuale del buono

Per conoscere l’importo esatto rimborsabile, il metodo più sicuro e accurato è l’uso del calcolatore ufficiale disponibile sul sito della Cassa Depositi e Prestiti oppure presentarsi direttamente allo sportello di Poste Italiane. Occorre fornire questi dati:

  • Tipo di buono e serie di emissione (indicata sul fronte del titolo)
  • Data di sottoscrizione
  • Importo originario in lire
  • Data del calcolo o della richiesta di rimborso

In base a queste informazioni, Poste Italiane o il sistema automatico calcoleranno il rendimento lordo, ne detrarranno la ritenuta fiscale vigente e restituiranno l’ammontare netto da riscuotere. È importante ricordare che la procedura può richiedere qualche giorno lavorativo per verifiche ed eventuali controlli antiriciclaggio. In caso il titolare originario sia deceduto e il buono venga presentato dagli eredi, sono necessarie documentazione aggiuntiva e dichiarazione di successione.

Consigli pratici

  • Non sottovalutare l’importanza della data di prescrizione: rischiare di perdere l’investimento per pochi anni di ritardo è purtroppo una casistica non rara.
  • Se hai dubbi sulla serie del buono o sulla sua autenticità, chiedi assistenza presso qualsiasi ufficio postale o consulta un consulente finanziario.
  • Per simulare facilmente il valore aggiornato del buono puoi utilizzare il simulatore della Cassa Depositi e Prestiti, selezionando la data di emissione, la serie e l’importo originario del titolo.

La riscoperta di un buono fruttifero postale di 5 milioni di lire del 1998 può dunque fruttare tra i 7.000 e i 9.500 euro netti attuali, a seconda delle variabili descritte, ma solo se tempi e modalità vengono rispettati con attenzione. Considerando la prescrizione e la necessità di avere la documentazione in regola, è consigliabile muoversi tempestivamente per non perdere il proprio diritto alla riscossione.

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