L’osteoporosi è una patologia cronica caratterizzata dalla progressiva perdita di densità minerale ossea che rende le ossa più fragili e suscettibili a fratture anche in seguito a traumi minimi. La gestione di questa malattia richiede un approccio articolato che unisca terapia farmacologica, modifiche dello stile di vita e prevenzione delle cadute. Ma è possibile “far regredire” davvero l’osteoporosi, o ci si deve concentrare solo su prevenzione e rallentamento della progressione?
Regressione dell’osteoporosi: cosa significa davvero?
Nonostante la comune aspirazione di eliminare completamente la malattia, è essenziale sottolineare che l’osteoporosi, una volta diagnosticata, tende ad essere una condizione cronica. Tuttavia, proprio grazie alle attuali opzioni terapeutiche, è possibile rallentare la progressione della perdita ossea, aumentare la densità minerale ossea (BMD) e soprattutto ridurre significativamente il rischio di fratture. È raro che l’osso torni alle condizioni di partenza (pre-osteoporosi), ma è invece realistico parlare di un miglioramento dello stato osseo e della qualità della vita del paziente. Questo risultato, però, richiede costanza nella terapia e negli interventi sullo stile di vita.
Strategie farmacologiche attuali: come funzionano e quando sono indicate
La terapia farmacologica per l’osteoporosi utilizza due principali categorie di farmaci:
- Agenti anti-riassorbitivi: riducono la perdita di massa ossea inibendo il riassorbimento da parte degli osteoclasti. I più noti sono i bisfosfonati (come alendronato e risedronato), il denosumab e la terapia ormonale sostitutiva (TOS). Questi farmaci riducono il rischio di fratture e aumentano la densità minerale ossea, risultando particolarmente efficaci sulle fratture vertebrali e, in alcuni casi, anche su quelle dell’anca.
- Agenti anabolici: stimolano la formazione di nuovo tessuto osseo, potenziando direttamente l’attività degli osteoblasti. Esempi sono il teriparatide, romosozumab e, a breve, abaloparatide. Questi rappresentano la terapia d’elezione in caso di osteoporosi severa con alto rischio di fratture multiple.
Talvolta, vengono impiegati anche farmaci che combinano proprietà anti-riassorbitiva e anabolica, sebbene il loro effetto sia generalmente più blando rispetto agli agenti dedicati.
La scelta del farmaco dipende dall’età del paziente, dal sesso, dalla gravità dell’osteoporosi, dalla presenza di altre patologie e dal rischio di effetti avversi. È fondamentale che la terapia farmacologica sia seguita con regolarità e sotto supervisione specialistica, valutando periodicamente la densità minerale ossea con strumenti come la MOC.
I pilastri non farmacologici: attività fisica e alimentazione
Accanto alle terapie mediche, la gestione dell’osteoporosi si fonda su una serie di accorgimenti essenziali che agiscono sia nella prevenzione che nel controllo della patologia. Queste strategie sono valide e utili a tutte le età:
Attività fisica mirata
- L’esercizio fisico regolare contribuisce a stimolare la formazione ossea e migliora la forza muscolare e l’equilibrio, riducendo così la probabilità di cadute. Sono particolarmente indicati: camminata a passo sostenuto, ginnastica posturale, esercizi di resistenza e di carico. Il programma va adattato alle capacità individuali, soprattutto in presenza di fragilità o precedenti fratture.
Alimentazione
- Calcio: garantire un adeguato apporto di calcio attraverso latte, yogurt, formaggi magri, ma anche fonti vegetali e acque ricche di calcio.
- Vitamina D: fondamentale per l’assorbimento del calcio, viene sintetizzata grazie all’esposizione al sole; può essere necessario integrarla nei mesi invernali o nei soggetti anziani.
- Vitamina K e magnesio: contribuiscono all’efficacia dei processi di mineralizzazione ossea. Sono presenti in verdure a foglia verde, legumi e cereali integrali.
Stile di vita
- Evitare il fumo e limitare l’alcol, che rappresentano fattori di rischio per l’indebolimento della struttura ossea.
- Curare la salute generale e la postura, prevenire le cadute in casa (eliminare tappeti scivolosi, utilizzare corrimani, luci adeguate ecc.).
Consigli e strategie per tutte le età
La prevenzione e la gestione dell’osteoporosi non interessano solo gli anziani. È importante prendersi cura della salute delle ossa fin dalla giovane età, poiché il massimo picco di massa ossea si raggiunge generalmente tra i 20 e i 30 anni:
- Nell’infanzia e nell’adolescenza: alimentazione ricca di calcio e vitamina D, attività sportiva regolare, esposizione al sole e prevenzione dei disturbi alimentari sono fondamentali per il corretto sviluppo scheletrico.
- In età adulta e durante la menopausa: le donne sono a maggior rischio a causa del calo degli estrogeni. È importante valutare la densità ossea, soprattutto in presenza di familiarità per fratture, periodi di sedentarietà prolungata o terapie che favoriscono la perdita di massa ossea (ad es. corticosteroidi a lungo termine).
- Per gli anziani: prevenire le cadute è prioritario; utilizzare ausili appropriati per la mobilità, implementare esercizi di equilibrio e rafforzamento e monitorare i livelli vitaminici e nutrizionali.
Vivere con l’osteoporosi significa scegliere ogni giorno di prendersi cura delle proprie ossa. L’attività fisica regolare, una dieta equilibrata, la correzione degli stili di vita scorretti e l’aderenza alle terapie farmacologiche rappresentano i migliori strumenti a disposizione per rallentare il progresso della malattia, rafforzare le ossa e ridurre in modo tangibile il rischio di fratture. La regressione completa dell’osteoporosi è rara, ma il recupero di una solida “salute scheletrica” è un obiettivo raggiungibile e realistico, con benefici significativi sulla qualità e sull’aspettativa di vita.